Resilienza… definizione nel contesto della trasformazione urbana

Resilienza… definizione nel contesto della trasformazione urbana

Di questo termine esistono numerose definizioni ed interpretazioni e spesso la sua applicazione, in campi anche molto diversi tra loro, dal sociale a quello economico ed ancora a quello medico e ingegneristico, determina grande confusione ed in vari casi incomprensioni. Inoltre la sua sempre maggiore diffusione porta anche ad eccessi d’uso e fuorvianti interpretazioni per sostenere ogni possibile argomentazione.

E’ necessario, in qualche modo contestualizzare la definizione del termine resilienza al “sistema” al quale vogliamo riferirci. In questo senso, voglio riferirmi al sistema dell’ambiente costruito, intendendo in principale modo il contesto urbano della città  nelle sue componenti fisiche ( infrastrutture, edifici, quartieri, reti impiantistiche), organizzative ( la gestione delle informazioni e la loro interpretazione ai vari livelli di governance, i servizi resi), sociali ( le comunità e gli individui che sono tra loro connessi).

Il termine resilienza deriva dal latino “resalio” risalire con particolare riferimento alla connotazione del gesto di risalire sulla imbarcazione capovolta dalla forza del mare…. ritroviamo in essa elementi basilari della sua interpretazione, quali :

  • Impatto : “forza del mare”;
  • Evento : “ capovolgimento”
  • Contesto fisico : “ mare ed imbarcazione”
  • Contesto sociale sottointeso : “ pescatore, marinaio…”
  • Azione di recupero : “ risalire”.

Potremmo quindi riferirci alla capacità del sistema di recuperare e ritornare allo stato precedente l’impatto che ha determinato l’evento, in questo caso, drammatico di perdita di equilibrio ( la navigazione dell’imbarcazione…). In realtà numerosi studi e ricerche hanno profondamente evoluto tale definizione di base e per il contesto del sistema al quale ci riferiamo, mi piace riportare quella dell’organizzazione 100 Resilient Cities della Rockefeller Foundation[1], con riferimento proprio alla resilienza urbana :

“Urban resilience is the capacity of individuals, communities, institutions, businesses, and systems within a city to survive, adapt, and grow no matter what kinds of chronic stresses and acute shocks they experience”.

Questa definizione può essere integrata in maniera più specifica con riferimento alla resilienza ai disastri e condivido in particolare quella della statunitense National Academy of Science ( NAS) che definisce:

Disaster resilience…the ability to prepare and plan for, absorb, revover from, and more successfully adapt to adverse events”[2].

Quindi la resilienza del sistema, definito nei suoi limiti e confini, rappresenta la capacità di prepararsi e pianificare per, assorbire, recuperare da, e con maggiore successo adattarsi alle avverse condizioni.

Per cui se il sistema a cui ci riferiamo è quello sopra definito della “città” nelle sue possibili diverse dimensioni di scala ( area metropolitana, quartiere, comunità e singolo edificio…), capire quanto la città è resiliente ai sempre più frequenti shocks e stress è un prerequisito funzionale a concepire i progetti di trasformazione urbana in maniera realmente sostenibile nel tempo.

 

[1] http://www.100resilientcities.org/#/-_/

[2] Committee on Increasing National Resilience to Hazards and Disasters 2012.

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Remigio Antonio Rancan

Sono ingegnere civile edile, abilitato alla libera professione dal 1992. Ho maturato una pluriennale esperienza nell’applicazione di strategie di riduzione del rischio, per il miglioramento di edifici ed infrastrutture esistenti ed al fine di rendere le comunità meno vulnerabili a pericoli naturali e derivati dall’azione dell’uomo. Come professionista accreditato nei rating systems per la trasformazione urbana sostenibile, conosco ed applico differenti misure “green”.

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La mia missione oggi consiste nell’affiancare organizzazioni, imprese e città a svilupparsi e crescere in un ambiente in continuo ed incerto cambiamento. Li guido nel percorso di valutazione della resilienza delle funzioni critiche. Permetto così ai decisori di collocare le risorse per i progetti di trasformazione urbana ed infrastrutturale, in base al contributo di questi alla resilienza ai disastri dell’intero sistema.

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