Alcune considerazioni alla conclusione dell’attività individuata dalla città di #Vicenza, come azione pilota del Progetto #EPICUROEU.
Il progetto EPICURO, www.epicurocp.eu, European Partnership for Urban Resilience, finanziato da European Commission’s Humanitarian Aid and Civil Protection department (ECHO) ha avuto il 6 Dicembre il suo evento conclusivo a Londra, presso il partner tecnico di progetto TCPA UK. A completamento dell’azione pilota del progetto per la città di Vicenza, “Valutazione dei servizi e delle infrastrutture del territorio comunale di Vicenza e individuazione di un percorso virtuoso di incremento delle performance di resilienza della città attraverso l’uso di software dedicati”, lo scorso 20 e 27 Novembre ’18 ho condotto il secondo e terzo Workshop. Gli incontri hanno avuto una impostazione molto operativa, sviluppando l’analisi ed il confronto sulla interdipendenza dei servizi e delle infrastrutture urbane e gli effetti cascata, associati a possibili impatti. La valenza dimostrativa propria dell’azione pilota e i tempi richiesti dal progetto Epicuro non hanno permesso di coinvolgere tutti i servizi urbani della città, in questa fase erano comunque presenti i referenti di 17 Servizi urbani con relativo maggiore numero di infrastrutture collegate. In particolare i servizi coinvolti appartengono ai settori Sanitario, del ciclo dell’Acqua, della distribuzione dell’Energia Elettrica, della Mobilità, del ciclo dei rifiuti, della gestione del Verde pubblico, dell’Emergenza. Per condurre l’analisi guidata ed il confronto tra gli operatori ho usato lo strumento digitale innovativo HAZUR®, sviluppato dalla startup Opticits, www.opticits.com, della quale sono partner italiano. Prima di questi due workshop ho provveduto ad incontrare presso le diverse sedi i fornitori dei Servizi, avendo quindi un primo diretto confronto e riuscendo così a completare una raccolta dati preliminare, con focus sulle interrelazioni presenti. Lo strumento Hazur®, oltre che aver guidato l’introduzione dei dati, ha nello sviluppo dell’incontro permesso la facilitata visualizzazione grafica della proposta, la possibilità del suo aggiornamento, mano a mano che la discussione tra gli operatori prendeva forma e la possibilità di gestire i diversi confronti, anche a livello di singole infrastrutture. Dopo questi incontri emergono già alcune considerazioni, sia di carattere generale e sia più specifico, che ritengo importanti e che voglio condividere, per il contributo essenziale al miglioramento della resilienza urbana della città. Fin dall’inizio è necessario definire e ribadire i confini del sistema di riferimento, in questo caso il territorio comunale della città di Vicenza. Questo è necessario, in particolare in fase di analisi iniziale per definire l’ambiente operativo di confronto e potere in una fase successiva meglio comprendere la fascia di correlazione con i territori contermini e gli scambi in-out dell’ambiente, così definito. Tale definizione è utile sempre, ma in particolare quando sono gli operatori stessi ad avere in carico la gestione e fornitura di servizi, con estensione sovra comunale. Alla definizione dei limiti del sistema è necessario sempre riconfermare che cosa intendiamo per resilienza urbana e nello specifico come i servizi urbani ad essa possano contribuire. Essendo i servizi urbani e le loro infrastrutture funzioni vitali per la città, essi ne definiscono l’identità e la capacità di sopravvivere in condizioni mutevoli nel tempo. Questa capacità di pianificare ed eventualmente anticipare i cambiamenti, di affrontarli quando accadono per assorbirne le conseguenze se negative o coglierne le opportunità se positive, di recuperare, adattarsi o trasformarsi quando necessario, manifesta proprio quello che intendiamo come resilienza dei servizi urbani. Per quanto sopra ribadito, è apparso subito chiaro agli operatori coinvolti, l’esigenza del coinvolgimento comune dei fornitori e gestori dei servizi e infrastrutture. Non è possibile affrontare la complessità del sistema urbano da soli e limitare gli obiettivi solo a quelli di efficienza della prestazione del singolo servizio reso.
E’ necessario stabilire un percorso di connessione, in cui la condivisione di informazioni con gli “altri” ed il livello di relazione possono essere elementi chiave per la sopravvivenza del servizio, in condizioni mutevoli. Quali informazioni condividere, come gestirle e chi le deve gestire è tema di possibile aperta evoluzione. Esso però si basa proprio su quanto si elabora nell’analisi iniziale. Comprendere il grado di interdipendenza reciproca, sia a livello di servizio che di infrastrutture essenziali, trasla l’attenzione sui valori fondamentali, sulla complementarietà tra i diversi operatori, nella condivisione di un comune ambiente di azione, il sistema urbano. Esistono già dei protocolli di intesa tra alcuni servizi, con l’obiettivo di facilitare iter autorizzativi, gestire tempi di intervento e riduzione di costi ( si pensi ad interventi manutentivi comuni su assi stradali con presenza di infrastrutture di rete gestite da diversi fornitori). Esistono già dei protocolli d’intesa tra fornitore di servizio e servizi di emergenza ( si pensi a convenzioni per il supporto di attività specifiche previste dal Piano comunale di emergenza e coordinate dalla Protezione Civile). Tali accordi però, in genere bilaterali, mirano o all’efficienza della prestazione in condizioni di stabilità dell’ambiente operativo o a definire modalità di supporto ai servizi che istituzionalmente sono demandati alla gestione delle crisi. Risulta innovativo, invece, la possibilità di sviluppare strategie comuni per garantire la prestazione, anche in termini di servizio minimo, in condizioni mutevoli che interessano l’ambiente di azione o l’ente stesso, che gestisce quel servizio. Da queste considerazioni sembrano quindi già delinearsi possibili progetti sinergici che consentano di operare anche quando cambiano le condizioni di equilibrio.
Essere una città resiliente non è di per se’ una qualità positiva, a maggior ragione se il ciclo temporale, in cui tale capacità è chiamata a manifestarsi, si protrae senza scadenza e il livello qualitativo di vita, di chi abita la città, non riesce a trovare nuovi e dinamici equilibri. L’operatività e reattività dei servizi e delle infrastrutture urbane risulta quindi determinante per l’intera città e ne condiziona fortemente la sua capacità di recuperare da situazioni di crisi, ma in tempi brevi.