L’attività di riduzione del rischio sismico dell’ambiente costruito è perseguita sia per gli interventi di nuova costruzione, che per quelli su edifici esistenti.

Per i nuovi interventi oltre all’applicazione di quanto richiesto dalla normativa vigente è possibile sviluppare la progettazione con riferimento a prestazioni specifiche richieste dalla Committenza, con particolare riferimento al contenimento del danno e quindi dei possibili costi di riparazione.

L’attività di riduzione del rischio, sugli edifici esistenti, è condotta nei confronti di tipologie costruttive differenti, a partire dagli edifici storici in muratura, calcestruzzo armato e acciaio, legno e per diverse destinazioni d’uso: edifici pubblici con o meno funzioni strategiche, edifici privati con destinazioni residenziali, commerciali ed industriali. L’approccio prevede le fasi iniziali di :

  • Conoscenza
  • Analisi
  • Diagnosi

Di fatto esse concretizzano la classificazione sismica dell’edificio, fino alla valutazione di sicurezza strutturale. In base poi agli obiettivi di miglioramento/adeguamento, si sviluppano le fasi del progetto definitivo ed esecutivo e le fasi di direzione dei lavori di realizzazione dell’intervento. Il livello raggiunto di riduzione del rischio sismico viene concretizzato con la riclassificazione finale, dopo la progettazione/intervento.

Consulenza per la classificazione sismica

Con l’allegato A del D.M. n.58 del 28 Febbraio 2017, sono definite per norma le Linee guida per la Classificazione del Rischio sismico delle Costruzioni. Il servizio di consulenza “Classificazione sismica” permette di definire di fatto la classificazione sismica dell’edificio nuovo o esistente che sia.

Le immagini illustrano graficamente le classi possibili, che variano dalla G alla A+ in ordine di livello decrescente di rischio sismico residuo.

Per la determinazione della classe dello stato di fatto e/o di progetto di miglioramento il metodo richiesto confronta la classe derivante secondo la procedura IS-V e secondo la procedura PAM. La classe minore determina la classificazione sismica dell’edificio. L’indice IS-V si determina stabilendo la accelerazione su suolo rigido necessaria perchè l’edificio in esame raggiunga lo stato limite di Salvaguardia della Vita, PgaC e rapportandola a quella prevista dalla norma sullo stesso sito per un edificio nuovo PgaD. PAM, inteso come Perdita Annuale Media attesa, tiene in considerazione le perdite economiche associate ai danni agli elementi strutturali e non e riferite al Costo di Costruzione CR dell’edificio

Come procedere per la classificazione sismica della costruzione?
Stato di fatto
  1. Si determina la tipologia di edificio;

  2. Si decide se scegliere la procedura semplificata ( ove possibile) o convenzionale;

  3. Si effettua la valutazione di sicurezza dello stato di fatto, secondo cap. 8.3 NTC’ vigenti;

  4. Si determinano i valori dei TR tempi di ritorno corrispondenti alle accelerazioni che fanno raggiungere all’edificio gli stati limite SLO, SLD, SLV ed SLC.

  5. Si calcola il valore di PAM;

  6. Si calcola il valore di IS-V;

  7. Si confrontano PAM ed IS-V e si determina la classe di rischio, scegliendo quella peggiore.

Stato di progetto

Si procede come per lo stato di fatto, ma determinando i nuovi valori di Tr corrispondenti a SLO, SLD, SLV, SLC.

Valutazione di sicurezza strutturale di costruzioni esistenti

La valutazione di sicurezza strutturale è un procedimento, previsti e redatto secondo le Norme tecniche per le costruzioni di cui al D.M. 14 Gennaio 2008 e successive integrazioni, che ha lo scopo di definire se:

  • L’uso della costruzione possa continuare senza interventi;
  • L’uso debba essere modificato ( declassamento, cambio di destinazione d’uso,limitazioni…);
  • Sia necessario procedere ad aumentare o ripristinare la capacità portante.
Quando è necessaria?
  • riduzione evidente della capacità resistente e/o deformativa dovuta ad azioni ambientali (sisma, vento, neve e temperatura);
  • significativo degrado delle caratteristiche meccaniche dei materiali;
  • azioni eccezionali (urti, incendi, esplosioni), situazioni di funzionamento ed usoanomalo;
  • deformazioni significative imposte da cedimenti del terreno di fondazione;
  • provati gravi errori di progetto o di costruzione;
  • cambio della destinazione d’uso della costruzione con variazione significativadei carichi variabili e/o della classe d’uso della costruzione;
  • interventi non dichiaratamente strutturali, che interagendo, anche solo in parte,con elementi strutturale ne riducano la capacità o ne modifichino la rigidezza.
  • sopraelevare la costruzione;
  • ampliare la costruzione mediante opere strutturalmente connesse allacostruzione;
  • apportare variazioni di classe e/o di destinazione d’uso che comportinoincrementi dei carichi globali in fondazione superiori al 10%; resta comunque fermo l’obbligo di procedere alla verifica locale delle singole parti e/o elementi della struttura, anche se interessano porzioni limitate della costruzione;
  • effettuare interventi strutturali volti a trasformare la costruzione mediante un insieme sistematico di opere che portino ad un organismo edilizio diverso dal precedente;
  • Per EDIFICI di interesse strategico per la Protezione civile e che possono assumere rilevanza in relazione alle conseguenze di un eventuale collasso .
Che cosa prevede?
  • Fase della conoscenza: storica documentale, geometrica, dimensionale e strutturale, di caratterizzazione materica;
  • Fase di analisi: verifiche strutturali della costruzione soggetta ad azioni di natura ambientale (vento, neve, terremoto…) e ad azioni controllate dall’uomo (carichi permanenti e di servizio);
  • Fasa di conclusione/diagnosi
Capannoni industriali messa in sicurezza sismica

Gli eventi sismici del 20 e 29 Maggio 2012 in Emilia Romagna hanno evidenziato le carenze strutturali di edifici industriali monopiano con struttura in c.a. e c.a.p., progettati e realizzati non considerando le azioni sismiche. In particolare le carenze evidenziate sono così riassumibili :

  1. Mancanza di collegamenti tra elementi strutturali verticali ed elementi strutturali orizzontali e tra questi ultimi;
  2. Presenza di elementi di tamponatura prefabbricati non adeguatamente ancorati alle strutture principali;
  3. Presenza di scaffalature non controventate portanti materiali pesanti che possono, nel loro collasso, coinvolgere la struttura principale causandone il danneggiamento e il collasso.

Tale situazione coinvolge le realtà artigianali ed industriali di molte altre aree territoriali, in particolare del Nord Italia. Essa rappresenta una grave vulnerabilità della struttura esistente, in quanto un’azione sismica anche di non rilevante intensità può minare lo stato di equilibrio dei componenti strutturali e determinare spostamenti tali che comportano la perdita di appoggio della copertura e quindi il suo conseguente crollo.Data tale situazione di gravità, gli interventi che eliminano le vulnerabilità di cui ai precedenti punti 1., 2., 3. sono stati fatti rientrare tar gli interventi agevolabili con la detrazione fiscale fino al 70% della spesa prevista ( max 96.000,0 € per unità catastale). Tale agevolazione interessa dall’anno 2017 anche le attività di impresa e con periodo pari a cinque anni, lungo i quali suddividere la detrazione fiscale stessa, anche detta “Sismabonus”.

Come procedere per la messa in sicurezza sismica?
  1. Si acquisisce la documentazione del capannone esistente; 2. Si procede alla caratterizzazione geometrica e materica;
  2. Si procede alla caratterizzazione geometrica e materica;
  3. Si sceglie il metodo semplificato ( Linee guida RELUIS e Protezione Civile) o si effettua un’analisi con modellazione agli elementi finiti;
  4. Si determinano i valori dei parametri di sollecitazione ( taglio sismico) che interessano gli elementi di copertura e conseguenti all’azione sismica uguale o superiore al 60% di quella prevista in sito per SLV.
  5. Si dimensionano i collegamenti locali tra tegoli e travi e tra travi e pilastri.
  6. Si effettua la progettazione esecutiva dell’intervento.
  7. Si procede allo stesso modo per le connessioni dei pannelli perimetrali con i pilastri e per la sistemazione delle scaffalature/magazzini.

Remigio Antonio Rancan

Sono ingegnere civile edile, abilitato alla libera professione dal 1992. Ho maturato una pluriennale esperienza nell’applicazione di strategie di riduzione del rischio, per il miglioramento di edifici ed infrastrutture esistenti ed al fine di rendere le comunità meno vulnerabili a pericoli naturali e derivati dall’azione dell’uomo. Come professionista accreditato nei rating systems per la trasformazione urbana sostenibile, conosco ed applico differenti misure “green”.

.

La mia missione oggi consiste nell’affiancare organizzazioni, imprese e città a svilupparsi e crescere in un ambiente in continuo ed incerto cambiamento. Li guido nel percorso di valutazione della resilienza delle funzioni critiche. Permetto così ai decisori di collocare le risorse per i progetti di trasformazione urbana ed infrastrutturale, in base al contributo di questi alla resilienza ai disastri dell’intero sistema.

CONTATTI

© 2019 Tutti i diritti riservati - Remigio Rancan C.F. RNCRGN66L30L551Z/ VAT IT02341420244 Via G. Parise, 29 36070 Trissino (VI) - Sito realizzato da mL